cos e-implantologia

Nella persona adulta, la perdita parziale o totale dei denti naturali spesso viene vissuta come inizio precoce di vecchiaia, con conseguente condizione di deperimento fisico e psicoemotivo.

Nella scala dello stress di Holmes e Roche, la perdita dei denti rappresenta una delle maggiori cause di stress: è infatti classificata al terzo posto dopo la morte del coniuge e il divorzio.

Se la caduta di un dente costituisce una mutilazione, la perdita totale della funzione masticatoria rappresenta per molti una grave invalidità funzionale ed estetica.

La perdita parziale o totale dei denti naturali viene spesso trattata ricorrendo a protesi mobili o ponti sostenuti da denti sani opportunamente limati.

Questo tipo di soluzioni può essere però causa di disagi e sofferenze. In particolare, l’utilizzo di protesi mobili può provocare traumi psicologici e compromettere la capacità di masticazione, generando in molti casi un senso di insicurezza.

Gli effetti si ripercuotono inevitabilmente sulla salute, sull’equilibrio psicologico e sulla vita di relazione.

Oggi, grazie alle recenti scoperte nel campo dell’Odontoiatria, si è giunti a soluzioni del tutto affidabili e certe per risolvere il problema della sostituzione dei denti mancanti.

E’ ormai ampiamente dimostrato che impianti biocompatibili in titanio puro, posizionati mediante tecnica chirurgica atraumatica, si integrano nell’osso in maniera stabile e duratura. Dopo un periodo di integrazione ossea di soli 2 mesi, il manufatto protesico viene fissato agli impianti in via definitiva.

Ad oggi milioni di persone sono state sottoposte con successo alla terapia implantare. I processi che regolano l’integrazione tra impianto e osso, sommati alle tecniche indolore usate durante l’inserimento degli impianti, hanno contribuito a rendere la terapia implantare tra le più affidabili e diffuse in Odontoiatria.

Indicazioni terapeutiche

L’Implantologia si rivolge a tutti quei pazienti che, conclusa la fase di crescita (ovvero di solito 16 anni per le femmine e 18 per i maschi) hanno perso uno o più elementi dentari nell’ambito di una dentatura sana.

Si rivolge inoltre ai pazienti che presentano delle agenesie (mancata eruzione di un elemento per assenza del germe dentario), a tutti quei soggetti che hanno già eseguito in passato riabilitazioni orali con ponti fissi che necessitano di rifacimento, i cui pilastri (denti su cui appoggia la protesi) non danno garanzie di durata, nonché ai pazienti portatori di protesi rimovibili parziali o totali che per ragioni funzionali, estetiche o psicologiche necessitano di una protesi fissa.

Non esistono limiti di età, tuttavia si deve sempre valutare per ogni caso la reale condizione psico-fisica.

Ogni singolo paziente deve essere esaminato attentamente, in quanto devono esistere delle condizioni ben precise che consentano di utilizzare questo tipo di trattamento.

La condizione principale è la presenza di una sufficiente quantità di osso per l’inserimento dell’impianto: per tale valutazione, oltre alle tradizionali indagini radiografiche (radiografie endorali e/o ortopantomografia), al paziente potrà essere richiesta una tomografia computerizzata che fornisca la rappresentazione precisa e tridimensionale della porzione ossea in esame.

Altra condizione basilare è che il paziente non sia affetto da parodontopatia in fase attiva.

Una diagnosi attenta ed un’adeguata terapia parodontale permetterà di sottoporre ad interventi di Implantologia anche questa fascia di pazienti.

Un altro fattore importante da considerare è il fumo. Recentemente sono state pubblicate ricerche cliniche che dimostrano come il fumo abbia effetto negativo a livello parodontale e implantare. I pazienti che fumano più di 10 sigarette al giorno devono quindi essere valutati con molta prudenza.

Un’altra condizione rilevante è che il paziente non sia affetto da malattie sistemiche non controllate farmacologicamente. Tali malattie (ad esempio il diabete, le malattie ematiche, etc.) possono essere diagnosticate prima dell’intervento attraverso un’attenta anamnesi o mediante analisi ematochimiche (esami del sangue) e strumentali (radiografie etc.).

Infine, si ritiene idoneo all’Implantologia esclusivamente il paziente in grado di mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare e osservare i controlli periodici stabiliti.

L’Intervento

Nella maggioranza dei casi l’intervento viene eseguito in anestesia locale; al paziente a volte può essere praticata una blanda sedazione per ridurre il livello d’ansia. La sala operativa viene adeguatamente preparata per poter eseguire un intervento di chirurgia orale, utilizzando teli sterili e indumenti monouso, insieme a tutti quegli accorgimenti che si convengono ad una vera e propria “sala operatoria”. Si opera dunque in anestesia locale utilizzando anestetici sviluppati appositamente per la chirurgia orale: il paziente non avverte alcun dolore. Terminata la fase chirurgica verrà prescritta una adeguata terapia farmacologica (in genere analgesico-antinfiammatoria) in grado di controllare efficacemente l’eventuale insorgenza di dolore post-operatorio.

Fasi operative

Il passaggio dall’intervento chirurgico all’inserimento della protesi si articola in due o tre fasi, a seconda del caso clinico:

fase 1 : gli impianti in titanio vengono inseriti in precisi alloggiamenti creati all’interno dell’osso mediante un intervento chirurgico; segue un tempo di attesa variabile che in genere non supera i 2 mesi (sebbene in alcuni casi particolari sia necessaria un’attesa anche di 6-9 mesi), per permettere all’impianto di osteointegrarsi.

fase 2 : al termine del periodo di osteointegrazione, con un piccolo intervento (generalmente di pochi minuti) eseguito in anestesia locale, all’estremità dell’impianto viene applicato un pilastro di guarigione che affiora alla superficie della gengiva.

fase 3 : avvenuta la guarigione della gengiva attorno al pilastro, si procede all’esecuzione del manufatto protesico (ovvero del dente artificiale) ed alla sua fissazione all’impianto.

Terapia farmacologica

Studi clinici effettuati su un elevato numero di casi hanno dimostrato una percentuale di successo maggiore nei pazienti che hanno eseguito una terapia pre e post operatoria con antibiotici a largo spettro e con antinfiammatori di ultima generazione. Inoltre l’utilizzo di clorexidina pre e post operatorio permette di ottenere una riduzione significativa delle complicanze infettive.

Il fallimento

La possibilità di rigetto non esiste!

Il titanio è un materiale assolutamente biocompatibile, in quanto del tutto inerte dal punto di vista biologico. Esiste tuttavia la possibilità di un “fallimento implantare”, che può verificarsi immediatamente oppure a medio-lungo termine. Il fallimento immediato (mancata osteointegrazione dell’impianto prima della fase protesica) è un’evenienza rara: dalla nostra esperienza clinica e dai dati pubblicati in letteratura scientifica gli insuccessi immediati rappresentano il 2-3% dei casi). Il fallimento a medio-lungo termine può essere invece causato da un difetto protesico o da un non corretto mantenimento dell’impianto. E’ fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli periodici e che curi scrupolosamente la propia igiene orale. Il paziente, oltre alle normali procedure di igiene orale professionale, sarà sottoposto ad un attento controllo clinico degli impianti e, circa una volta all’anno, ad un controllo radiografico.

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